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Edeka “Gutfleisch” – la verità dietro il marchio trasparente

Animal Equality lancia in Germania una nuova indagine su un noto marchio che distribuisce carne di maiale, mostrando le reali condizioni in cui versano gli animali attualmente.
Agosto 7, 2014

La ben conosciuta catena di supermercati tedesca Edeka pubblicizza il suo sottomarchio di carni “Gutfleisch” con parole come trasparenza, provenienza locale, ma anche alta qualità e ottimi livelli di igiene che dovrebbero assicurare la salute degli animali. “Gutfleisch” ha vinto diversi premi e, secondo quanto affermato dall’azienda stessa, supera gli standard richiesti dal settore. Un apposito sito web dovrebbe creare trasparenza permettendo ai consumatori di controllare da quale stalla arrivano gli animali che sono venduti sugli scaffali dei vari punti vendita Edeka. Ma questa trasparenza in realtà si ferma davanti alla porta della stalla. Quello che succede negli allevamenti che riforniscono Edeka con "Gutfleisch” supera qualsiasi immaginazione. Quello che accade veramente dietro alle porte degli allevamenti di maiali e nelle aziende di ingrassamento di questi animali è qualcosa che Edeka "Gutfleisch" vorrebbe mantenere segreto.

Investigazione sull'industria suinicola in GermaniaIn ognuno degli allevamenti visitati da Animal Equality sono state trovate condizioni allarmanti, enormi deficit nel rispetto dell’igiene e indicibile sofferenza animale. Le foto di cinque allevamenti di suini all’ingrasso e delle aziende mostrano le crudeltà a cui maiali e maialini sono sottoposti ogni giorno. I maiali sono esseri viventi molto intelligenti che sono consapevoli della loro esistenza e amano la propria vita, se gli viene permesso di farlo. Possono giocare insieme per ore, curiosare, prendere il sole e esplorare l’ambiente con il loro straordinario olfatto che gli permette anche di riconoscersi l’un l’altro. Inoltre si riconoscono allo specchio, rispondo quando sono chiamati con il proprio nome, sono in grado di apprendere più dei cani e sono più intelligenti di un bambino umano a tre anni di vita. Di solito vivono in gruppi con una struttura sociale ben definita composta dalle scrofe e dai loro piccoli. Di norma, invece, i maiali maschi sono piuttosto solitari.

Anche la condizione quotidiana all’interno delle stalle causa incredibili sofferenze: caldo tremendo, aria piena di ammoniaca, nessuna possibilità di evitare i propri escrementi, nessuna possibilità di muoversi e di vivere la vita sociale o di avere un contatto fisico. Inoltre è difficilmente comprensibile cosa significa per loro essere sottoposti per tutta la vita alle crudeltà dell’industria che sfrutta gli animali. Oltre alle crudeltà legate al sistema dell’industria suinicola, il team di investigazione di Animal Equality ha raccolto e documentato un’incredibile sofferenza animale, grandi lacune nel rispetto dell’igiene e numerose violazioni delle regole appropriate e delle norme.

Questi sono i risultati dell’investigazione:
→ Animali agonizzanti e molto sofferenti senza alcuna cura veterinaria stipati in recinti con gli altri animali.
→ Animali con gravi deficienze respiratorie, animali con tosse pesante (troppi animali stipati in piccoli spazi con ventilazione inadeguata portano spesso a malattie respiratorie croniche).
→ Grandi e crescenti ernie ombelicali non trattate, probabilmente con intestino che sporge tra le ferite, che sembrano essere piuttosto dolorose e limitare la mobilità.
→ Animali così deboli che non riescono più a stare in piedi o a sedersi e continuano a cadere nel tentativo di alzarsi.
→ Animali che urlano perché incastrati tra altri animali a causa dell’enorme sovraffollamento.
→ Scrofe che sono stipate illegalmente in gabbie di gestazione troppo piccole.
→ Ferite dovute alle condizioni in cui gli animali sono tenuti, tra cui ascessi, ferite alle unghie, ferite sanguinati alle spalle e agli arti, ematomi non trattati alle orecchie, etc.
→ Cannibalismo (dovuto all’enorme mancanza di spazio, al troppo stress e forse anche ad altri fattori): code e orecchie tagliate non solo sanguinanti ma anche con ferite in necrosi che sono senza dubbio estremamente dolorose.
→ Gravi mancanze nell’igiene ad ogni allevamento esaminato, acqua da bere quasi sistematicamente non pulita, spesso mancanza di spazi puliti per far sdraiare gli animali.
→ Zuffe e combattimenti tra gli animali, con conseguenti ferite, a causa dello stress.

Inoltre materiale investigativo dell’organizzazione Ariwa mostra come due degli allevamenti più grandi tra i fornitori di “Gutfleisch” trattino i maialini in un modo davvero brutale. I neonati sono afferrati dalle zampe posteriori e tirati via dai loro giacigli, poi la testa degli animali più deboli è sbattuta a terra o contro le pareti dei box finché non muoiono, senza anestesia. E i maialini che restano vivi nonostante questo trattamento sono buttati comunque nei contenitori dei rifiuti, dove muoiono soffocando lentamente, oppure di fame o a causa delle ferite.

Animal Equality chiede a Edeka di cancellare il marchio di carne “Gutfleisch” dato che la maggior parte delle condizioni portano a grande sofferenza per gli animali, standard igienici disastrosi e un inganno per i consumatori. Inoltre Animal Equality invita Edeka ad aumentare il suo assortimento di alternative vegetali per facilitare il consumo di cibi amici degli animali.

Investigazione negli allevamenti di maiali in Germania



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